Riceviamo e pubblichiamo la seguente email inviataci da Giovanni. Di seguito pubblichiamo un articolo sullo stesso tema, apparso su Il Giorno in data odierna, a firma di Massimo Fini. Lo Stato è laico! del 23 settembre 2002 di Giovanni Il Ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti ha recentemente affermato che il crocifisso nelle scuole è importante per rispettare le radici culturali nel nostro Paese. La Lega ha aggiunto addirittura che il crocifisso dovrebbe essere esteso a tutti gli uffici pubblici. Queste dichiarazioni non possono non far sobbalzare tutti coloro che hanno a cuore il rispetto per la libertà di culto e di pensiero. Il fatto che i nostri governanti ignorino volontariamente uno dei capisaldi della nostra Costituzione, la laicità dello Stato, rappresenta la conseguenza più evidente e concreta dellossessiva invadenza della chiesa cattolica nelle scelte degli organismi statali. Come la stessa Corte di Cassazione ha affermato, pronunciandosi sul Caso Montagnana, la laicità dello Stato implica un regime di pluralismo confessionale e culturale, e presuppone una pluralità di sistemi di valori e di scelte personali tutte dotate di pari dignità. Coloro che replicano a questo elementare principio affermando, a sproposito, che il crocefisso è un simbolo universale di civiltà, di pace e di giustizia, dimenticano inoltre quanti e quali crimini sono stati commessi sotto la sua effige dallorganizzazione che esso rappresenta. Inquisizione, crociate, guerre di religione, massacri di protestanti e musulmani, condanne al rogo di intellettuali e scienziati, conversioni forzate, sostegno dello schiavismo, crimini contro gli aborigeni australiani, posizioni equivoche nei confronti del nazismo e fascismo, atti di pedofilia, ostacoli ideologici al progresso medico e scientifico! Molti italiani non hanno dimenticato tutto questo. Si auspica che le scelte dello Stato possano sempre essere in accordo con i suoi stessi principi, e che i suoi rappresentanti si facciano garanti di quel pluralismo tanto sbandierato quanto ignorato, liberando gli italiani dalla loro condizione di sudditi di uno Stato clericale! DISTINTI SALUTI del 23 settembre 2002 IL DIBATTITO SUL SIMBOLO DELLA CRISTIANITÀ Chi vuole il crocifisso spesso ne ignora i valori di Massimo Fini Tutto questo gran parlare e scontrarsi sul crocefisso in classe, con la Lega a fare da non richiesta e improbabile vessillifera dei valori cattolici (ma Bossi non si era dichiarato pagano e non sacrificava, druidicamente, al dio Po?), fa parte di quelle discussioni formali e di lana caprina tipiche del dibattito italiano che è tanto più acceso quanto più gira intorno al nulla. Il crocefisso in classe e nei luoghi pubblici è unipocrisia e, a ben guardare, risulta blasfemo e offensivo non per i laici o i seguaci di altre religioni che possano sentirsi turbati, ma proprio per i cattolici. Che ha a che fare uno che disse «non si vive di solo pane», che cacciò a frustate i mercanti dal Tempio gridando «voi fate della Casa del Signore una spelonca di ladri» (Matteo, 21, 12-13), che affermò «è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei cieli», con una società mercantilista, materialista, edonista, che si è organizzata intorno allo scambio di oggetti, che commercializza anche ciò che è spirituale deprivandolo del suo senso e che, in definitiva, nellunico monoteismo diventato sul serio ecumenico, riconosce e adora un solo e vero dio, il Quattrino? La società italiana è totalmente desacralizzata, a parte minoranze ed eccezioni i valori cristiani sono vissuti in maniera puramente formale. Basta entrare in una chiesa la domenica eppoi fare un salto in qualche moschea (per non parlare della preghiera del venerdì vissuta a Teheran o in qualsiasi città musulmana) per capire che cosè un vero sentimento religioso e che noi labbiamo perduto sostituendolo con una sorta di pomposa e arrogante superstizione. E allora che ci fa il Cristo in classe e nei luoghi pubblici, che senso ha se non quello di una sorta di autoderisione? Che senso ha il Cristo in Occidente, in una società che, come è affermato in uno spaventoso documento che Bush ha mandato laltro giorno al Congresso americano, riconosce «un solo modello sostenibile: la libertà, la democrazia e limpresa» e che ha perso quindi non solo ogni senso religioso (libertà e democrazia non hanno nulla a che fare con la religione, al contrario) ma ogni valore dello spirito e persino umano? Se perderemo, alla fine, la sfida con lIslam non sarà per una questione di crocefissi in classe e di stanche simbologie, ma perché là i valori ci sono, buoni o sbagliati che siano, mentre noi, zeppi di tutto, siamo pieni di niente. |
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