Torna all’ indice Stato & Religione

Questo è l’autorevolissimo commento di Rino Cammilleri sui tentativi di legiferazione contro le cosidette «sette».

del 3 febbraio 2001

La nuova caccia alle streghe

di Rino Cammilleri

Il Parlamento francese sta discutendo una legge che dovrebbe mettere la parola fine a una querelle che si trascina dal 1998, anno in cui il governo istituì la “Mission interministerielle de lutte contre les sèctes” allo scopo di dichiarare guerra a quella che, stando allo spiegamento di forze, sembrerebbe un’autentica calamità nazionale. L’anno successivo si aggiunse una commissione parlamentare e il mese scorso è stata la volta di una proposta di legge vera e propria. Solo che nel mirino finirono «sette» come la Società antroposofica francese e le scuole steinerianene. Date le comprensibili proteste piovute da ogni parte, si è deciso di consultare i rappresentanti delle «grandi religioni».

Ora, a esprimere preoccupazione ci sono pure cattolici, ebrei e musulmani. Già, perché il dubbio è legittimo: la Francia ha una tradizione giacobina di tutto rispetto e anche in tempi recentissimi chi ha contribuito più d’ogni altro a far fallire la ventilata introduzione di un pur vago riferimento a Dio nella «carta fondamentale» dell’Europa è stata l’opposizione fermissima di Chirac. Hai visto mai che, con la scusa delle «sette», si finisca col dare addosso anche alle otte? Eggià, perché anche le religioni cosiddette tradizionali possono offrire il fianco a un intervento poliziesco dello Stato teso a salvaguardare la «salute mentale» dei cittadini. Dov’ è, infatti, il confine tra l’ «apostolato» e il «lavaggio del cervello»? Se chi deve giudicare è un governo o un magistrato «laico», chi garantisce che il loro laicismo venga inteso nel senso dell’indifferenza e non in quello dell’intervento «umanitario»? Già oggi molti bambini vengono strappati a genitori considerati troppo poveri; e nessuno se ne scandalizza più di tanto (e invece si dovrebbe). Domani qualche funzionario troppo zelante potrebbe decidere di forzare la clausura di qualche monastero, perché una mamma apprensiva non si rassegna alla scelta di vita della figlia.

RELIGIONI ULTIMO BALUARDO DI LIBERTÀ

Uno dei maggiori specialisti di «sette», Massimo Introvigne, da gran tempo mette in guardia contro la stessa definizione di «setta» e avverte che la nozione di «lavaggio del cervello» non ha cittadinanza nella psichiatria contemporanea. Chi può stabilire cosa, in questi campi? Lo Stato? Sì, quello cinese, che già lo fa. Ma uno Stato liberale può permetterselo? Se uno ha voglia di mangiare cibo kasher o di farsi circoncidere, o di inchinarsi 5 volte al giorno verso Sud-Est, o di andare in giro vestito d’arancione, o di rimbambire a furia di ripetere mantra, o di aspettare che arrivino i dischi volanti ne ha o non ne ha il diritto? C’è già il limite, per ogni cosa, ed è il codice penale (ma qual è il limite del codice penale?). Dovrebbe bastare. Nessuno può, certo, prevedere che un movimento pacifico come quello dei rasta giamaicani esprima a un certo punto, come è avvenuto di recente a Castries nei Caraibi, qualche fanatico omicida. Le motivazioni di un omicidio, comunque, possono costituire tutt’al più un’aggravante, altrimenti si finisce nello «psicoreato» orwelliano. Vedrete, la religione, ogni religione, sarà l’ultimo baluardo della libertà.


Torna all’ indice Stato & Religione | Torna all’ inizio pagina

Se sei entrato in questa pagina tramite motore di ricerca e vuoi entrare nel sito clicca qui

FREE SOULS