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Amorth… un nome, un “programma”

Dal Corriere della Sera del 28 maggio 2001 – leggiamo in un articolo dedicato al «caso» dell’Arcivescovo Milingo alcune dichiarazioni rilasciate dall’esorcista romano don Gabriele Amorth:

«Ho saputo della decisione di Milingo tre giorni fa quando i suoi amici mi chiesero di fargli un esorcismo a distanza. Ma non lo potevo fare, quell’esorcismo, perché questo non è un indemoniamento, è un plagio! Ora Milingo è inavvicinabile e continueranno a indottrinarlo, com’è l’uso della setta di Moon. Certo se tornasse in Italia sarebbe recuperabile, ma c’è da scommettere che lo terranno ben stretto». …Alla domanda su come la setta di Moon possa aver plagiato l’arcivescovo, Amorth risponde che «gli avranno fatto grandi promesse di aiutarlo a fare del bene in Africa, dove ha fatto costruire un ospedale e dove sempre diceva di voler tornare». Secondo don Amorth, Milingo è «ingenuo come un bambino» e non ci vuole nulla a «circuirlo». Inoltre era «stanco» dei divieti che continuamente riceveva a Roma e in Italia, per la sua attività di esorcista e più volte aveva confidato l’intenzione di «trasferirsi in America», dove immaginava che i vescovi l’avrebbero lasciato «lavorare liberamente».

Sul supplemento «SETTE» numero 23 del 7 giugno 2001, inserito nell’articolo «Erika s’è affidata al diavolo», un’intervista con Don Gabriele Amorth, troviamo il seguente riquadro:

«Ma con Milingo il diavolo non c’entra…»

Sembra proprio la vendetta di Satana, il matrimonio contratto da Emmanuel Milingo, esorcista storico e arcivescovo emerito di Lusaka, con la coreana Maria Sung, e «benedetto» dal reverendo Sun Moon, guru della potente setta antiscristiana che porta il suo nome.

«Non è preda del demonio, il suo è un tipico caso di plagio», sostiene padre Amorth: «Il mio caro amico Milingo non è più padrone di sé stesso, ha subito il lavaggio del cervello: lo rileva lo sguardo. È stato irretito».

Ma come? «Lo hanno colto in un momento di depressione: soffriva di essere stato emarginato e ancor più di non poter incontrare il Papa, da sempre suo difensore. Da anni strani personaggi tentavano di circuirlo. Ora ce l’hanno fatta».

E il futuro? «Milingo, semmai riuscirà a sottrarsi a Moon (cosa di cui dubito molto), dovrà essere curato da psichiatri deprogrammatori, veri specialisti in grado di smontare dalla psiche il programma immesso dai guru delle sette. Ma in tutto questo non dobbiamo dimenticare il bene che lui ha fatto a migliaia di persone. E per questo si preghi per lui».

Nello stesso articolo, alla domanda: “Su Erika e Omar si potrebbe intervenire con un esorcismo?” Amorth dice: «Mai contro la volontà dell’individuo. Sono soprattutto persone da convertire».

Cioè, caro Amorth? Sono persone che devono essere “indottrinate” affinché accettino volontariamente l’esorcismo? Ma questo “metodo di indottrinare” non è lo stesso meccanismo che “starebbe subendo Milingo nella setta di Moon”? Non è anche questo “lavaggio del cervello”? Non è anche questo un “plagio”? Convincere delle giovani madri e dei giovani padri – come si asserisce nell’articolo – che i loro neonati sono “vittime” di «…un maleficio (fattura, legatura, malocchio, macumba, bambolina voodù) fatto per mezzo del demonio» non potrebbe essere “abuso della credulità popolare?” – l’accusa che viene lanciata a “maghi e santoni” –, non è anche quello un plagio? un abusare della credulità di persone “psichicamente labili”, senz’altro meno acculturate e preparate di un Arcivescovo Milingo?

Inoltre, questo “auspicio” che Milingo, semmai riuscirà a sottrarsi a Moon, «dovrà essere curato da psichiatri deprogrammatori, veri specialisti in grado di smontare dalla psiche il programma immesso dai guru delle sette», non è una definizione piuttosto sintetica ma accurata di “lavaggio del cervello?”.

Eppoi, caro Amorth, dov’è la fede? Se per curare un supposto male dell’anima di Milingo (ricordiamo che psyche significa anima) ci si deve rivolgere a specialisti psichiatri – specialisti in nefandezze quali elettroshock, lobotomie, psicofarmaci dagli effetti devastanti, specialisti cioè nel nullificare la volontà dei pazienti, in barba a tutte le Costituzioni e a tutti i trattati sui Diritti dell’Uomo, della Donna e del Fanciullo –, anziché usare il dialogo e il confronto sulla Parola di Dio, se un prete esorcista “consiglia” lo psichiatra, cosa ci sta a fare lì il prete? Se un prete si dichiara non in grado di risolvere i problemi dell’anima dell’«amico» Milingo, ma ciò nonostante pratica quotidianamente l’esorcismo per risolvere i problemi dell’anima degli “impossessati dal demonio”, non è che per caso ce la sta raccontando? Che fa del millantato credito? Che quando si trova di fronte ad un problema “tangibile” di scelte individuali diverse dalle sue “scatta” l'arma di difesa del “plagio”? Poiché alla fin fine il plagio non è che un’arma per combattere chi la pensa diversamente. Solo che è un’arma a doppio, triplo, quadruplo taglio, giacché si applica, in pratica, a tutte le situazioni.

Io parlo con te e ti “convinco” che il prosciutto e melone è più indicato del formaggio con le pere e, in pratica, ti plagio, cioè ti porto a condividere le mie idee. E quando tu mi “tradirai” sposando le idee di un altro diverse dalle mie, griderò al “plagio”, l’unico modo che mi rimane per dire al mondo “che le mie idee sono le migliori, che io ho ragione e tu – e l’altro – avete torto”. Da piccoli, in situazioni difficili, si minacciava il “nemico” di chiamare la propria mamma, o il cugino più grande, al fine di sopraffarlo e “vincere”. Da “adulti”, in situazioni difficili, si minaccia il “nemico” di chiamare il giudice e istruire un processo per plagio. In entrambi i casi sono giochi puerili.

«Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?» (Vangelo di Matteo, 7:3.)

Sempre negli articoli qui citati leggiamo che Milingo “soffriva di essere stato emarginato e ancor più di non poter incontrare il Papa, da sempre suo difensore”; “Inoltre era «stanco» dei divieti che continuamente riceveva a Roma e in Italia, per la sua attività di esorcista e più volte aveva confidato l’intenzione di «trasferirsi in America», dove immaginava che i vescovi l’avrebbero lasciato «lavorare liberamente»”; gli esorcisti sono “Spesso maltollerati dagli stessi vescovi che per loro diritto ci nominano. O trattati con disprezzo come capitò nel 1996…”; “Mai un esorcista potrà fare carriera ecclesiastica, tant’è che un vescovo esorcista come Milingo è stato osteggiato a più non posso…”. Ma questi metodi di emarginazione, questi divieti, questi impedimenti di vedere il Papa, caro Amorth, non sono gli stessi di cui vengono “accusate” le sette? E se un Milingo, a settant’anni suonati, si stufa di questi sistemi “settari” e cambia confessione – pur rimanendo nell’ambito religioso – al fine di poter compiere al meglio la sua missione di aiuto verso il prossimo – missione che è stata osteggiata per anni da alcuni ambienti di potere Vaticani –, dov’è la “colpa” di Moon? Perché, caro Amorth, continui ad osservare la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?

Infine, ma non meno importante per “capire” l’Amorth-pensiero, sempre su «Sette» leggiamo: «Masse intere di giovani seguono Marilyn Manson, satanista di primordine. Oggi c’è anche la mania di darsi a culti orientali, anche solo per procurarsi benessere, a cominciare dallo yoga per proseguire poi col reiki o diventare seguaci di Sai Baba, che io definisco figlio primogenito di Satana».

Quando si dice «fare di tutta l’erba un fascio».

Per cui per don Gabriele Amorth – e non solo per lui, purtroppo – yoga, culti orientali, Sai baba, Marilyn Manson, sono tutte la stessa cosa, frutto del demonio. E chi segue tali movimenti – o vere e proprie confessioni religiose, parlando di Sai Baba e di culti orientali – è, indoviniamo un po’? un “posseduto dal diavolo”, cioè in diretto contatto con la sorgente del male.

I sostenitori della tolleranza e del dialogo fra le varie e diverse realtà spirituali sono serviti. Amen!

Per “par condicio”, su una cosa detta da Amorth siamo d’accordo:

«Adesso poi c’è la mania di assolvere per incapacità d’intendere e di volere, come nel caso di quel ragazzo scarcerato che ha assassinato la madre. Però di ammazzare è stato capace. Invece va messo al sicuro perché non uccida altri. Taluni dispositivi di legge mi paiono veramente assurdi».

Anche a noi, caro Amorth, sembrano assurdi; ma chi li assolve dichiarandoli incapaci di intendere e di volere, quindi non responsabili delle loro azioni, sono gli stessi psichiatri specialisti nello smontare dalla psiche il programma immesso dai guru delle sette; gli stessi che prescrivono il Ritalin – e altre “cure” similari – ai bambini. Vale la pena di meditare un po’ sulla questione. Ma questa è un’altra storia.


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