Santa Inquisizione alla sbarra Di David Gabrielli Le ombre (o le luci?) dei tempi in cui la Chiesa cattolica romana usava il rogo per punire chi negava la (sua) verità è stato il tema del Simposio internazionale su "LInquisizione" organizzato in Vaticano 29-31 ottobre 1999 dal Comitato centrale del Grande Giubileo, presieduto dal card. Roger Etchegaray, e dalla Commissione teologico-storica dello stesso organismo, presieduta dal domenicano p. Georges Cottier. Allincontro, svoltosi rigorosamente a porte chiuse (ma saranno pubblicati gli atti), hanno preso parte una sessantina di persone: storici di vari paesi, teologi di università pontificie, curiali, più esperti invitati. ALLINIZIO FU IL PAPATO Secondo la Tertio Millennio Adveniente (TMA) la lettera apostolica del 10 novembre 94 con cui papa Wojtyla avviava la preparazione del Giubileo nel 2000 i cristiani dovranno "pentirsi" soprattutto per la "acquiescenza manifestata, specie in alcuni secoli, a metodi di intolleranza e perfino di violenza nel servizio della verità". In questa luce, il Comitato centrale del Giubileo ha organizzato due simposi. Un anno fa, su "Le radici dellantigiudaismo nellambiente cristiano", sviluppatosi poi nel documento vaticano Noi ricordiamo: una riflessione sulla "Shoah" (16 marzo 98: vedi Confronti 5/98), criticato da molti ebrei; e, ora, su "LInquisizione". Introducendo i lavori, Etchegaray ha detto: "Se per alcuni studiosi luso del termine "inquisizione" al plurale rispondeva ad una semplice esigenza di classificazione, non si può ignorare che per altri esso ha rappresentato un argomento di carattere apologetico per addossare al solo potere laico la responsabilità delloperato dei tribunali iberici. È stato proprio per sgomberare il campo da qualsiasi equivoco" che si è voluto Inquisizione, al singolare, come tema del Simposio. Infatti, seppure lInquisizione ha usato "modelli organizzativi differenziati, dal suo sorgere (sec. XIII) alla sua scomparsa, essa è stata una sola", perché anche i poteri inquisitoriali riconosciuti alla Corona spagnola e portoghese lo furono, "in forma espressa o tacita, dal papato stesso, e perché ecclesiastica fu la giurisdizione esercitata dagli inquisitori nei processi in materia di fede". Cottier ha sottolineato che non si può giudicare la storia con il senno di poi; ma "la considerazione delle circostanze attenuanti non esonera la Chiesa dal dovere di rammaricarsi profondamente per le debolezze di tanti suoi figli, che ne hanno deturpato il volto (TMA)... Tocchiamo qui un difficilissimo problema teologico, quello della relazione della Chiesa, che è santa, con i peccati dei suoi figli". Agostino Borromeo, presidente dellIstituto italiano di studi iberici, ha fatto la storia dellInquisizione (dal latino inquisitio, ricerca dei "delitti contro la fede"). Mentre nellalto Medio Evo "leretico" veniva colpito con pene materiali (fino allesilio) e spirituali (scomunica), dopo che si diffondono "ampi movimenti ereticali collettivi, quali quelli dei catari o dei valdesi, la Chiesa è posta dinanzi alla necessità di ricorrere a più efficaci strumenti di lotta contro ogni forma di eterodossia. La creazione dei tribunali dellInquisizione rispondeva a questa esigenza. Nel vincolare gli inquisitori allapplicazione della procedura inquisitoria, il papato finì con il recepire anche la relativa normativa laica, in particolare quella che stabiliva lequiparazione delleresia con il più grave delitto previsto dalla legislazione civile, il delitto di lesa maestà, e quella che stabiliva la pena di morte sul rogo per gli eretici. Nel 1252, Innocenzo IV autorizzò luso della tortura, procedimento già in uso nei tribunali laici". Con la progressiva scomparsa dei grandi movimenti ereticali ha aggiunto Borromeo lInquisizione si attenua; poi, però, riacquista vigore: i sovrani spagnoli nel 1478 ottengono da papa Sisto IV lautorizzazione a designare inquisitori per reprimere i conversos, ebrei solo apparentemente convertiti al cattolicesimo. Poi anche il Portogallo nel 1547 ottiene la "sua" Inquisizione da Paolo III. Lo stesso papa, "cedendo alle pressioni di quanti, nella Curia romana, seguivano con preoccupazione il diffondersi nella penisola delle dottrine protestanti, già nel 1542 aveva istituito una speciale commissione cardinalizia permanente, più tardi conosciuta con il nome di Congregazione dellInquisizione o del SantUffizio". Negli stati italiani lInquisizione fu abolita durante il 700, in Portogallo nel 1821, in Spagna nel 1834. "A partire da quellanno, del precedente apparato inquisitoriale rimase attiva soltanto la Congregazione romana del SantUffizio. Sulla sua attività e sulle sue procedure durante il secolo XIX e la prima metà del XX siamo poco e male informati". Con Paolo VI, nel 1965, il nome del Dicastero divenne Congregazione per la dottrina della fede. LA DATA FATIDICA: 8 MARZO DEL 2000 Quante le vittime dellInquisizione? Alcuni dati forniti da Borromeo: per lInquisizione spagnola, "tra il 1540 e il 1700, su un totale di 44.674 casi, il numero degli accusati effettivamente mandati sul rogo corrisponde all1,8%, al quale va aggiunto l1,7% di condannati a morte in contumacia... Dei primi mille imputati che comparvero dinanzi allInquisizione di Aquileia-Concordia (Veneto) dal 1551 al 1647, non più di 5 furono condannati al rogo. Su 13.255 processi celebrati dallInquisizione portoghese tra il 1540 e il 1629, le condanne a morte rappresentano il 5,7%". Insomma, sarebbe una "leggenda nera" attribuire allInquisizione molti milioni di vittime. Parlando al consesso, papa Wojtyla ha detto che, prima di pronunciare la "richiesta di perdono", il Magistero ecclesiale deve essere "esattamente informato circa la situazione (del tempo dellInquisizione). Esso non può appoggiarsi sulle immagini del passato veicolate dalla pubblica opinione, giacché esse sono spesso sovraccariche di una emotività passionale che impedisce la diagnosi serena ed obiettiva". Parole sorprendenti. Infatti, già Lutero diceva: "è contro la volontà dello Spirito che gli eretici siano bruciati", ma Leone X nel 1520 condannò questa tesi. E, se in passato taluni hanno esagerato il numero delle vittime dellInquisizione, e seppure si ammetta che essa fu "meno crudele" dei poteri laici, una cosa è certa: il Tribunale, in nome di Dio e per volontà papale, ha processato, torturato e mandato al rogo migliaia di "eretici". Dovera, allora, la "difesa della vita"? E dove il carisma rivendicato dai successori di Pietro, e da nessun altro al mondo di essere "infallibili", quando parlano ex cathedra, anche in materia di costumi? Ma far appiccare il rogo (fosse pure uno solo), e benedire questa eretica ortoprassi contro luomo, non significa bruciare le fondamenta delletica e nel contempo, in realtà, anche il rivendicato carisma? Questo è il nodo irrisolto della "richiesta di perdono" preannunciata da papa Wojtyla, e che dovrebbe culminare nel grande "mea culpa" previsto durante il Giubileo, l8 marzo del 2000, mercoledì delle ceneri. Un nodo teologico, storico ed ecclesiale che divide il Sacro Collegio scisso tra pochi "colpevolisti" e molti "innocentisti"; tra chi vuole, e chi no, pentirsi per le repressioni oggi in atto nella Chiesa cattolica e per gli errori che oggi essa compie e dunque incomberà sul prossimo conclave, quale cartina di tornasole che chiarisce come ogni "papabile" intenda il "pentimento": riforma, o abile cosmesi, della Chiesa romana? |
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